Il crimine informatico dilaga. Ma quasi nessuno si assicura
20 Febbraio 2024
Lo afferma un’indagine effettuata da mUp Research e Norstat su commissione di Facile.it. Che propone anche un focus sull’intelligenza artificiale
Quasi 13 milioni di cittadini italiani ha subito un crimine informatico almeno una volta. Lo afferma un’indagine effettuata da mUp Research e Norstat su commissione di Facile.it. svolta tra il 13 ed il 15 febbraio 2024 mediante l’intervista a.1.001 persone tra i 18 e i 74 anni.
Più di 6 milioni e mezzo, afferma la ricerca, ha subito un accesso non autorizzato agli strumenti di pagamento, mentre quasi 2,5 milioni sono stati vittima di un furto di identità, con il successivo utilizzo delle credenziali sottratte per truffe o atti illegali a terzi (2,2 milioni hanno invece visto i delinquenti sottoscrivere contratti a loro nomi).
I criminali informatici hanno invece diffuso senza autorizzazione il materiale digitale di 2,3 milioni di persone.
Diffusi anche cyberstalking (colpito quasi 1,5 milioni di persone), ciberbullismo (circa 1,3) e revenge porn (quasi 1,2).
Polizze, queste sconosciute
Il mercato assicurativo offre alcune coperture contro i rischi legati al crimine informatico: “le garanzie incluse”, afferma Andrea Ghizzoni, managing director assicurazioni di Facile.it, “vanno dalla rimozione dei contenuti lesivi dai social network alla copertura delle spese legali nel caso di un procedimento penale per reato commesso terzi utilizzando la nostra identità fino all’assistenza psicologica in caso molestie o attacchi subiti on line. Benefici enormi se confrontati col prezzo tutto sommato risibile di queste coperture” (secondo la ricerca, dai 60 ai 160 l’anno, in funzione della compagnia e delle garanzie offerte, per coperture che in alcuni casi sono parte di soluzioni multirischio per la casa, in altri sono indipendenti).
Ma quanti ne sottoscrivono una? Pochi. Specialmente perché la maggior parte (61,4%) non sa nemmeno che esistono questi tipi di polizze. E chi ne è a conoscenza, spesso non le acquista; secondo la ricerca, solo il 3% ne ha sottoscritta una. In futuro, chissà: tra chi non ha una copertura contro i crimini informatici, il 37,7% ha intenzione di stipularla (43% nella fascia tra i 25 e i 34 anni). Puttòst che nient, l’è mèj puttòst, come si dice a Milano. Piuttosto che niente, è meglio piuttosto.
L’intelligenza artificiale fa paura
La ricerca ha anche evidenziato che quasi 5 milioni di cittadini italiani considerano l’intelligenza artificiale una minaccia. A vedere vantaggi nell’uso dell’Ia è il 34,5%, percentuale che cresce al 40,4% nella fascia tra i 25 e i 34 anni e diventa maggioritaria (53,5%) tra i più giovani (18-24). Mentre sopra i 55 anni il 18% la ritiene una minaccia e niente di più.
Ben più persone, a prescindere dal’età, evidenziano invece i rischi collegati, se è vero che il 52,6% teme che i criminali possano servirsi dell’intelligenza artificiale per azioni truffaldine, il 39,6% esprime paure che l’Ia diventi incontrollabile dall’uomo e il 39% che sia in grado di realizzare e diffondere contenuti falsi.