Smart working, l’esperienza di Intesa Sanpaolo
4 Settembre 2021
In un dibattito svoltosi a Venezia nella cornice della Mostra del cinema, la coo Paola Angeletti ha spiegato in che modo il gruppo bancario gestisce il lavoro agile
“Talvolta si sente dire che lo smart working ha effetti negativi di isolamento e che penalizza le donne. Ma la nostra esperienza è molto positiva sia in termini di soddisfazione delle persone, sia in termini di produttività”. Ad affermarlo, Paola Angeletti, chief operating officer di Intesa Sanpaolo, nel corso di About Women, dibattito sulle pari opportunità in epoca di Covid che si è svolto a Venezia, nell’ambito della Mostra del cinema.
“Abbiamo osservato”, ha aggiunto, “che donne e uomini ricorrono allo smart working in pari misura, un fenomeno significativo anche dal punto di vista socio-culturale”.
Approccio consolidato
Nel gruppo bancario, ha poi ricordato Paola Angeletti, il lavoro agile esiste già da alcuni anni: “a fine 2014 avevamo definito un accordo con i sindacati che prevedeva già fino a otto giorni al mese di lavoro da casa su base volontaria. A fine 2019, le persone abilitate erano 14 mila, dovevano essere 24 mila a fine 2021, ma, a seguito dell’accelerazione della pandemia, oggi sono oltre 80 mila, la quasi totalità, con modalità diverse rispetto alle funzioni che svolgono”.
Alberto Mazza