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Asset digitali e criptovalute: ecco come minimizzare i rischi

14 Settembre 2021

Secondo Florian Ginez, di Wisdom Tree, investire in questo segmento espone alla volatilità. Ma ci sono alcune strategie per evitare i pericoli più comuni. Ecco quali

Florian Ginez

 

Ogni criptovaluta e asset digitale ha le sue caratteristiche specifiche. Ma c’è un aspetto che li accomuna (quasi) tutti: la volatilità elevata dei rendimenti. Lo afferma, in una nota, Florian Ginez, associate director, quantitative research di Wisdom Tree. Che aggiunge: solo le stablecoin sfuggono a questa regola.
“Per valutare correttamente il rischio specifico della moneta”, afferma, “gli investitori dovrebbero considerare diversi elementi. Tra questi, la valutazione del team di sviluppo, i casi d’uso e i rischi della regolamentazione”.
Oltre a questo, prosegue Ginez, gli investitori dovrebbero porsi alcune domande, per far luce sui rischi dell’operazione: “il team è solido e impegnato nel raggiungimento degli obiettivi? Oppure è probabile che sprechi i proventi della vendita di token? Esiste un effettivo caso d’uso che dia valore a una moneta? Oppure si tratta meramente di uno strumento di speculazione? I regolatori lo considererebbero una commodity o un titolo?”.

 

Diversificare

Una prima risposta, abbastanza scontata, è la diversificazione. “Investire in una gamma di asset digitali riduce il rischio che il portafoglio sia impattato in misura significativa da un evento che coinvolge una particolare moneta o token“, afferma Ginez.
Ripple, per esempio, ha registrato un drastico calo dei prezzi nel dicembre del 2020, quando la Sec ha avviato un’indagine sulla vendita di token del network. L’evento, tuttavia, non ha praticamente avuto alcuna ripercussione sul resto del mercato e, quindi, gli investitori in possesso di più token oltre a Ripple non ne avrebbero risentito particolarmente”.
In termini di rischio sistematico e volatilità della classe di attivi, prosegue Ginez, “gli investitori dovrebbero considerare gli asset digitali nel contesto del loro portafoglio complessivo. Le criptovalute sono di certo molto volatili ma hanno anche una bassa correlazione con le altre classi di attivi. Se inseriti in volumi appropriati, l’impatto dell’integrazione di asset digitali in un portafoglio più ampio può rivelarsi sorprendentemente contenuto”.
Secondo un’analisi di Wisdom Tree, “un’allocazione del 2% su bitcoin all’interno di una simulazione di portafoglio globale di azioni/obbligazioni 60/40 avrebbe comportato un aumento dello 0,5% della volatilità del portafoglio, dal 9% al 9,5%, con un rendimento del 9,5% per il primo contro il 7,2% per il secondo. L’aggiunta di bitcoin al portafoglio di azioni/obbligazioni 60/40 dell’esempio ha aumentato lo Sharpe ratio portandolo da 0,72 a 0,92. Per darvi un’idea, l’Msci Acwi ha reso il 9,9% con una volatilità del 13,7% durante lo stesso periodo, cioè uno Sharpe ratio dello 0,67″.

 

Budget di rischio

Per ridurre i pericoli dell’investimento, prosegue Ginez, è consigliabile “assegnare un budget di rischio agli asset digitali. Gli investitori”, puntualizza l’esponente di Wisdom Tree, “possono ottimizzare i portafogli con l’intento di tenere sotto controllo il loro contributo degli asset digitali al rischio del portafoglio nel suo complesso”.
Le risorse digitali sono comunque “una classe di attivi nuova e rischiosa: valutare questi aspetti rappresenta una sfida. Tuttavia, ciò non deve necessariamente scoraggiare gli investitori. Considerate nel contesto di un portafoglio ampio, allocazioni di dimensioni adeguate possono migliorare il profilo corretto di rischio. Perciò, oltre che in considerazione del potenziale della tecnologia blockchain alla base degli asset digitali, questi ultimi meritano di essere considerati per l’inclusione nei portafogli multiasset, alla stregua di altre classi di attivi”.

Alberto Mazza

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