Il legacy incoraggia la discriminazione Iban
20 Gennaio 2022
Lo sostiene Simas Simanauskas, partnership director di ConnectPay. Che afferma: questo fenomeno, illegale, è ancora molto comune
Avete un conto bancario in Italia, ma non siete in grado di accettare pagamenti perché quello del cliente è in Germania? Siete vittima della “discriminazione Iban” – fenomeno illegale che si verifica quando una banca o un’azienda Sepa rifiuta un pagamento da un conto bancario non locale, anche se domiciliato in uno stato membro. Un fenomeno che, denuncia Simas Simanauskas, partnership director di ConnectPay, è ancora una prassi comune. Anche se la Sepa è stata introdotta nel 2008.
Quali sono i motivi? Prima di tutto, afferma Simanauskas, l’infrastruttura legacy; secondo il manager, le imprese non sono infatti incoraggiate a effettuare aggiornamenti (costosi) delle infrastrutture per le transazioni internazionali.
“Le società di servizi pubblici e di telecomunicazioni e gli altri grandi fornitori di servizi si sono adeguate molto prima che gli stati membri adottassero lo standard Sepa”, ha affermato Simanauskas. “Ai tempi i loro clienti erano locali e il fintech non era certo un fenomeno in auge. Dopo oltre dieci anni, la maggior parte delle persone ha ancora conti correnti tradizionali. Di qui la riluttanza da parte di alcuni a riprogettare i propri sistemi omnicomprensivi e iniziare ad accettare pagamenti da altri paesi europei”.
Secondo Simanauskas questa pratica illegale, e contraria alla libera circolazione di beni e servizi Ue, potrebbe convincere la clientela a trovare metodi di pagamento alternativi. E le fintech sono in pole position, dato che alcune di loro hanno lanciato un’iniziativa congiunta (Accept my Iban) per denunciare i casi di discriminazione.
“Ci sono autorità e regolamenti in atto per limitare queste pratiche illegali”, dice Simanauskas, “ma un grosso problema è che non ne conosciamo l’intera portata: numeri, frequenza e posizione”.