Cambiamenti strutturali del settore immobiliare, il ruolo della tecnologia
7 Novembre 2024
Il parere di Luca Dondi (Nomisma), a margine della presentazione del 17° Rapporto sull’Abitare 2024. Che ha evidenziato queste tendenze
“Il settore immobiliare in Italia si trova ad affrontare sfide complesse e interconnesse dovute a profondi cambiamenti sul fronte sia della domanda sia dell’offerta. In questo contesto, l’uso delle nuove tecnologie può aiutare il mercato ad adattarsi ai cambiamenti strutturali. E a rispondere maggiormente ai nuovi bisogni abitativi in una visione complessiva di lungo termine”.
Lo ha affermato Luca Dondi Dall’Orologio, consigliere esecutivo di Nomisma, a margine della presentazione del 17° Rapporto sull’Abitare 2024, realizzato dalla stessa società di consulenza bolognese con il supporto di Crif.
“Nello specifico”, ha aggiunto Dondi, “assistiamo a un macro trend pervasivo dell’utilizzo della tecnologia che attraversa tutti i settori. Tuttavia, l’immobiliare si pone in una posizione di retroguardia rispetto ad esempio al banking o alla finanza, perché sconta più di altre industry un deficit dal punto di vista delle innovazioni. Fatta questa premessa, è evidente che esistono applicazioni destinate a caratterizzare anche questo settore. Penso per esempio all’intermediazione immobiliare, con la possibilità di ottenere anche grazie all’intelligenza artificiale un match immediato e coerente tra le caratteristiche degli immobili rispetto alle esigenze della domanda. A patto però che sia consentito l’accesso a una serie di informazioni determinanti. .
Un altro fronte, prosegue Dondi, è quello della valutazione automatica degli immobili. “Se da un lato è evidente che la tecnologia potrebbe accelerare i tempi del processo”, afferma, “dall’altro, come ha indicato anche la Bce la scorsa estate, bisogna diffidare dei sistemi troppo disinvolti”. Sistemi che “presentano limiti oggettivi nei mercati in cui c’è scarsità di informazioni sulle transazioni comparabili”.
Il rapporto Nomisma-Crif ha evidenziato che anche nel 2024 il discorso-casa è problematico: tre famiglie su cinque hanno visto il loro reddito eroso dall’inflazione. In questo scenario, sono ancora alte le difficoltà di acquisto dell’immobile. Nonostante ciò, prosegue lo studio, i nuclei che nei prossimi 12 mesi esprimeranno una domanda sostenibile per comprare casa sono 980.000, in crescita rispetto alle 700.000 compravendite attese entro fine anno. Mentre tornano a incrementarsi le operazioni assistite da un mutuo.