Christian Miccoli: “ecco perché il bitcoin può diventare un bene rifugio”
22 Aprile 2020
Secondo il ceo di Conio, è possibile tracciare un parallelo tra criptovalute e oro. Perché – afferma – entrambi sono beni finiti, non controllabili, né dipendenti dalle banche centrali e decorrelati rispetto ai mercati tradizionali
I bitcoin potrebbero affiancare l’oro e diventare un bene rifugio. Almeno secondo Christian Miccoli (nella foto), fondatore e co-ceo di Conio, portafoglio della criptovaluta che funziona su smartphone. Per la sua analisi, il top manager ex Che Banca e Ing è partito dal recente decremento di entrambi i valori (“il prezzo del metallo prezioso ha rotto la soglia psicologica dei 1.500 dollari all’oncia; allo stesso modo quello dei bitcoin è arrivato sotto i 4.000”) e dal parziale recupero successivo.
Quattro i motivi esposti da Miccoli per dimostrare la sua teoria. In primo luogo, la criptovaluta, come l’oro, “è un bene finito: l’algoritmo alla base della sua creazione è stato sviluppato in modo da poter immettere sul mercato una quantità massima di 21 milioni di monete (target che sarà raggiunto nel 2140)”.
Secondo argomento, “il bitcoin è decentralizzato: il che lo rende non manipolabile”, afferma Miccoli. “Non appartenendo a nessun paese è praticamente immune dagli effetti che i cambiamenti geopolitici possono avere sulle valute tradizionali”.
La terza ragione è correlata a quella precedente, e si basa sull’indipendenza delle criptomonete delle banche centrali. Secondo Miccoli, quindi, il calo del potere d’acquisto che avviene nelle valute tradizionali ogni volta che questi istituti immettono liquidità sul mercato (“e si associa a un incremento dei rischi di inflazione”), influenza le valute tradizionali, ma non il bitcoin.
Che (ed è il quarto motivo esposto da Miccoli) è anche “decorrelato rispetto ai mercati tradizionali e alle loro fluttuazioni”, afferma Miccoli: “può essere influenzato dal panic selling che sta colpendo gli investitori in questi giorni, e per questa ragione registrare anch’esso una forte volatilità. Quando si affronta un periodo di crisi, come il Covid-19, è normale che le persone preferiscano detenere più soldi sul proprio conto in caso di necessità: per questo gli asset finanziari vengono venduti e il loro prezzo crolla. Persino il prezzo dei beni rifugio subisce un calo. Poi, però, per far fronte alla crisi, le banche centrali immettono liquidità sul mercato”: è proprio qui, argomenta Miccoli, che oro e bitcoin possono dimostrarsi “beni rifugio in vista di un possibile scenario di inflazione”.