PagoPa obbligatorio, Consumerismo si oppone: “troppo complesso e macchinoso”
4 Luglio 2020
L’associazione punta il dito contro la difficoltà del sistema, soprattutto per gli anziani, e le commissioni da corrispondere agli intermediari che gestiscono i pagamenti
In piemontese, l’espressione pago pa significa “non pago”. Ma da un po’ di tempo, questo significato sembra aver ampiamente valicato i confini delle antiche terre sabaude. Solo che, in questo caso, il “pa” non è un avverbio di negazione, ma la sigla di “pubblica amministrazione”.
Consumerismo no profit – l’ultima nata fra le associazioni che si propongono di difendere i cittadini anche con l’utilizzo della tecnologia blockchain – ha infatti evidenziato la “raffica di segnalazioni” da parte dei contribuenti contro i le transazioni con sistema PagoPa. E cioè il sistema messo a punto dall’Agenzia per l’Italia digitale per i versamenti elettronici alla pubblica amministrazione (tasse, multe, mense scolastiche, ticket sanitari e via dicendo). Sistema che, dallo scorso 1 luglio, è diventato obbligatorio per i pagamenti alla Pa.
Il sistema sarebbe, secondo una nota dell’associazione consumatori presieduta da Luigi Gabriele, “complesso e macchinoso”, e creerebbe “problemi soprattutto a quegli utenti che hanno meno dimestichezza col web”. In primo luogo “quelli più anziani, che hanno poca dimestichezza col web e con la tecnologia. Senza contare che i pagamenti con sistema PagoPa non sono gratuiti, e gli utenti che devono saldare i propri debiti” con la pubblica amministrazione “sono costretti a pagare commissioni a società private per ogni singola operazione che eseguono”.
Infine, puntualizza il comunicato di Consumerismo, PagoPa “è un meccanismo non esente da rischi, dal momento che i pagamenti vengono eseguiti per il tramite di intermediari (banche, società di servizi finanziari, ecc.) che, in caso di fallimento o di difficoltà (vedi il caso Wirecard) bloccherebbero le operazioni e, con esse, i soldi versati dagli utenti”.
Ma attenzione, precisa Gabriele: l’associazione non è contraria alle transazioni digitali, anzi, ne é favorevole. Ma questi pagamenti, precisa la nota, “devono essere disintermediati, ossia il cittadino deve poter versare i soldi direttamente nelle casse della Pa senza passare per banche e società e senza arricchire le tasche dei privati. In tal senso viene incontro alle esigenze della collettività la blockchain, la cui rete garantisce pagamenti sicuri, controllati e verificati, gratuiti e senza rischi né per chi paga, né per chi incassa. Un sistema che il governo deve incentivare adeguandosi a quanto sta avvenendo nel resto del mondo”.
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