Psd2, per Andrej Zujev è tutto da rifare
7 Settembre 2020
Secondo il fondatore di Forbis group, messa in questi termini la normativa europea “non ha futuro”. Ecco perché
La Psd2 non avrebbe raggiunto il suo scopo. Almeno secondo Andrej Zujev, fondatore di Forbis group, azienda lituana specializzata in soluzioni It per il settore finanziario. Per l’imprenditore, i tentativi di costruire un sistema di open banking sono stati addirittura fallimentari. “Tanto rumore per nulla”, ha detto senza mezzi termini Zujev, riferendosi alle regole stabilite per a banca aperta. Il quadro, prosegue il fondatore di Forbis group, “è stato predisposto male ed è incompleto. E’ assurdo. Sono convinto che il progetto di open banking dell’Ue non ha futuro se non verranno apportati cambiamenti chiave”.
“Invece che regole universali rigide per l’interfaccia, i test e la sicurezza”, aggiunge Jelena Michailova, direttore di Contomobile (controllata di Forbis dedicata all’e-finance), “abbiamo specifiche più simili a raccomandazioni, con aspetti opzionali, dove ogni soggetto, alla fine, interpreta e implementa le cose a modo suo”. Con differenze di approccio tra istituzione e istituzione, tra Tpp e Tpp. “Bisogna bussare a ogni porta, essere lasciati entrare ed effettuare i test”, prosegue la Michailova. Con un lavoro di integrazione che, prosegue il direttore di Contomobile, solitamente non dura meno di dieci giorni lavorativi, ha i suoi costi e deve essere aggiornato quando le banche effettuano qualche cambiamento.
Per un negozio on line delle dimensioni di Contomobile, osserva Zujev, gestire i pagamenti in tutta Europa significa integrarsi con migliaia di banche, con le lunghe e costose procedure del caso. “Tra i 50 e i 100 milioni di euro”, secondo la stima del fondatore di Forbis group.
“Non c’è nessuna chance”, conclude Zujev. “La piena integrazione non ha senso per il business. Nessuno investirà denaro per attuare questa direttiva a livello globale in tutta Europa”.