Simanauskas (ConnectPay): “perché banche e fintech non possono far altro che collaborare”
18 Marzo 2022
Secondo il responsabile partnership della società lituana, le une hanno bisogno delle altre. Ecco perché
Le banche si affidano a sempre più alle fintech per poter rimanere sul mercato. Questo fenomeno ha portato un equilibrio completamente nuovo nel settore, che potrebbe dimostrarsi vantaggioso per entrambe. Lo afferma Simas Simanauskas, responsabile partnership della lituana ConnectPay.
“L’essenza stessa del fintech”, sostiene il manager, “è l’utilizzo di una tecnologia superiore per creare prodotti migliori. Per questo, il trend che vede i grandi gruppi bancari rivolgersi a queste società per le soluzioni è un sogno diventato realtà per il settore. La grande quantità di dati del mondo reale che le banche possiedono è una miniera d’oro per le fintech”, prosegue Simauskas, “che possono utilizzarli per migliorare la loro tecnologia. In secondo luogo, molte aziende di credito hanno problemi simili, il che significa che una soluzione costruita per una banca può essere riconfezionata e venduta alle altre”.
Consumatori più digitali
A questo, puntualizza il manager, si aggiunge il cambiamento dei consumatori, ora più esperti di tecnologia e maggiormente predisposti ai servizi bancari digitali piuttosto che a quelli “fisici”. Anche se, in ogni caso, i clienti non hanno rinunciato alle esperienze personalizzate, che i sondaggi mostrano come “molto importanti”. L’esigenza, ha sottolineato Simauskas, può essere soddisfatta dalle società di tecnofinanza, che di solito dispongono degli strumenti necessari per aiutare gli istituti di credito a mantenere una stretta connessione con i propri clienti, diventando sempre più digitali.
“Le neobanche”, dice Simanauskas, “hanno costruito nuove strutture da zero, impiegando la tecnologia più recente. Ora, per eseguire i loro processi chiave vengono utilizzati strumenti leggeri ma potenti. Di conseguenza, ciò ha stabilito un nuovo punto di riferimento per il servizio clienti. Per questo motivo, utilizzando le soluzioni che le fintech hanno già costruito e perfezionato, è più probabile che le banche soddisfino le aspettative del consumatore moderno”.
La collaborazione che dà equilibrio
Le due realtà stanno dunque trovando più modalità per coesistere, e per questo continuano a emergere nuove partnership. “Perché competere offrendo gli stessi prodotti principali che hanno costi di installazione e manutenzione elevati, quando è possibile portare valore aggiuntivo, riducendo allo stesso tempo i costi di manutenzione?”, si chiede Simanauskas. Che sottolinea il maggior valore aggiunto delle partnership per i clienti, soprattutto in termini di strumenti finanziari più sofisticati.
“Definirei la collaborazione un atto di equilibrio, con le società challenger in grado di portare efficienza ai sistemi legacy e le banche “fisiche” tradizionali impegnate a trasformare la loro struttura. Nel frattempo, le une e le altre osservano da vicino il mercato e competono con i nuovi arrivati nel tentativo di fidelizzare i propri clienti. Che, a loro volta, ottengono il meglio da entrambe”.