Social media, come influiscono sulle crisi bancarie?
29 Febbraio 2024
Le discussioni on line possono accelerare i prelievi in massa di denaro dagli sportelli degli istituti di credito, causando serie criticità. Lo afferma uno studio di S&P Global Ratings
La television la gh’ha ona forza de leon – la televisione ha una forza da leone, diceva Enzo Jannacci in un suo famoso brano recitato. Ai tempi in cui il pezzo fu composto non c’erano i social media, ma siamo sicuri che il cantautore milanese avrebbe potuto dire lo stesso di questi canali di comunicazione. Canali capaci di mobilitare, con tam tam digitali, un numero impressionante di persone in una manciata di minuti.
Secondo S&P Global Ratings, le discussioni in rete potrebbero essere in grado di accelerare un bank run, cioè un deflusso di capitali causato da prelievi di massa di denaro dagli sportelli di un istituto di credito. Il rischio è reale, afferma S&P, se le banche sono “strutturalmente deboli”.
I fallimenti del 2023
Improbabile, sostiene l’agenzia, che i canali di comunicazione sociale possano rivelarsi l’unico fattore alla base di un bank run. Tuttavia, prosegue, “il loro potenziale di stress sui buffer di liquidità non dovrebbe essere ignorato, dal momento che contano circa cinque miliardi di utenti e sono in grado di distribuire rapidamente informazioni (talvolta false)”.
Nel 2023 alcune banche sono fallite e altre ci sono andate vicine. E la loro situazione è stata aggravata dai commenti negativi sui social (che, ricorda S&P, hanno contribuito al crollo della Silicon Valley Bank, nel marzo di quell’anno).
“In tutti i casi”, dice l’agenzia, “le banche in difficoltà presentavano problematiche di fondo, tra cui squilibri finanziari, carenze strutturali e notevoli lacune nella gestione del rischio e nella governance. Tuttavia, nel momento in cui una banca è vulnerabile alle tensioni di liquidità, l’attività sui social media (a prescindere dalla veridicità) può rapidamente esporre le debolezze, erodendo la fiducia dei clienti e accelerando i deflussi di depositi”.
Monitoraggio: quando è possibile
Per questo motivo, le aziende di credito dovrebbero effettuare un monitoraggio dei social nell’ambito delle proprie strategie di gestione del rischio di liquidità.
Ma non sempre è possibile, per le banche e le autorità di regolamentazione, tenere sotto controllo i commenti pubblicati. Perché se l’operazione è fattibile nelle piattaforme aperte (Facebook, Instagram, LinkedIn e X), diverso è il caso di ambienti virtuali con la presenza di gruppi privati (come Whatsapp, Signal e Discord), dove il monitoraggio è molto difficile.